In quest’ultimo articolo facciamo un po’ di storia, per capire come gli impianti idrici e di riscaldamento siano arrivati fino ai giorni nostri, nelle case, sempre in evoluzione e con un occhio di riguardo per i consumi e l’ambiente.
Fin dai tempi più remoti l’acqua veniva scaldata sul fuoco.
A partire dal XIX secolo vengono introdotti i primi scalda acqua e le tubazioni che la distribuiscono, ma fino agli anni ’20 del ‘900 l’acqua calda è tra i servizi domestici meno agevoli.
Si cerca, quindi, di migliorare i sistemi per ottenerla. Negli anni ’30 vengono immessi sul mercato i primi scaldabagno di tipo ridotto ad uso doccia per consentire l’uso dell’acqua calda anche alle famiglie più povere.
Negli anni ’40 inizia la produzione di scalda acqua elettrici, ma fino agli anni ’50 disporre di acqua calda corrente è un lusso e fino agli anni ’60 la maggioranza della popolazione ne è sprovvista.
Nel corso degli anni ’70 l’acqua corrente entra in tutte le case italiane, anche grazie all’estensione delle reti elettriche e del metano.
Fino agli anni ’80 l’acqua calda viene prodotta principalmente con scaldabagni elettrici o istantanei a gas in quanto gli appartamenti vengono riscaldati anche per mezzo di impianti centralizzati condominiali.
Nell’ottica della multifunzionalità e sulla spinta del cosiddetto “Decreto Rinnovabilità”, che stabilisce che le nuove costruzioni e le ristrutturazioni importanti dovranno prevedere l’uso di fonti rinnovabili per la copertura del consumo di calore, elettricità, raffreddamento, negli ultimi anni si stanno producendo generatori di calore ad alto rendimento compatibili con i sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile.
Questi sistemi si chiamano ibridi o abbinati e consentono di sfruttare diverse fonti di energia a seconda della disponibilità, privilegiando quando possibile, la fonte rinnovabile.
In questo contesto uno dei sistemi per produrre acqua calda sanitaria, ma anche riscaldamento e aria fresca, è la pompa di calore unita al fotovoltaico.
In assenza di questo si può, in alternativa, utilizzare una caldaia a pellet o cippato, oppure uno scambiatore di calore.
Un’altra soluzione possono essere i generatori elettrici ad accumulo, che sono consigliati in case utilizzate in modo discontinuo (per esempio quelle delle vacanze).
Si può impostare l’accensione e lo spegnimento dello scaldabagno tramite un regolatore elettronico programmabile.
Alla stessa famiglia appartengono anche le caldaie elettriche che si utilizzano sia per il riscaldamento sia per la produzione di acqua calda sanitaria e possono essere abbinate ad un vero sistema fotovoltaico.
Il progresso avanza in ogni campo e le tecnologie anche, sempre volte a salvaguardare l’ambiente, l’uomo ed i consumi.
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