La Regione Lombardia, con la dgr 27 febbraio 2017 – n. X/6276 (pubblicata sul Bur Serie Ordinaria n. 9 del 1 marzo 2017), ha deliberato di aggiornare le disposizioni per l’efficienza energetica degli edifici, approvate con d.g.r. n. 3868 del 17 luglio 2015, in relazione alle modalità per calcolare il contributo delle fonti rinnovabili mediante l’uso delle pompe di calore.
Nella deliberazione si spiega in premessa che l’anticipazione al 2016 dei requisiti prestazionali previsti a livello nazionale per il 2019 o per il 2021 implicano l’obbligo di copertura dei fabbisogni energetici con fonti rinnovabili secondo la percentuale che l’allegato 3 del d.lgs. 28/2011, come modificato con il Milleproroghe 2017, prescrive solo dal 2018 per gli edifici nuovi e per le ristrutturazioni di edifici con superficie utile superiore a 1.000 metri quadrati.
L’applicazione dei requisiti di copertura da fonti rinnovabili, previsti dal suddetto allegato 3 a tutti gli edifici soggetti alle prescrizioni per «edifici ad energia quasi zero», comporta l’applicazione agli edifici nuovi e a tutte le ristrutturazioni importanti di primo livello, a prescindere dalla loro superficie utile, dell’obbligo di coprire almeno il 50% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili.
Con nota del 25 marzo 2016, Confindustria di Bergamo aveva manifestato a Regione Lombardia la propria preoccupazione in relazione alle modalità di calcolo previste dal decreto regionale n.6480/2015 poiché, declinando puntualmente le disposizioni ministeriali del 26 giugno 2015 ed anticipando al 2016 i requisiti degli «edifici ad energia quasi zero» e, conseguentemente, l’obbligo di coprire il 50% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, tendeva a penalizzare alcune tecnologie basate sull’utilizzo di energia primaria, come le pompe di calore alimentate da gas naturale.
Nella stessa nota si faceva presente che il Ministero dello Sviluppo economico aveva già riconosciuto l’errore insito nel proprio decreto del 26 giugno 2015 e stava predisponendo una soluzione correttiva in vista dell’aumento delle percentuali di copertura da fonti rinnovabili, allora prevista da gennaio 2017, in modo da riconoscere una maggiore capacità di copertura del fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili da parte delle pompe di calore.
Tale problematica è stata affrontata anche all’interno del Comitato Termotecnico Italiano (CTI) ed, in particolare, dal gruppo di lavoro sulle disposizioni per l’efficienza energetica degli edifici, composto da rappresentanti dell’Enea, di alcune Regioni e Università, oltre che di imprese e associazioni di categoria.
Lo scorso 16 gennaio tale gruppo di lavoro ha definito la proposta di una diversa modalità per calcolare il contributo delle fonti rinnovabili nella produzione energetica mediante pompe di calore.
Questa proposta, riconoscendo l’efficienza derivante dall’impiego diretto dell’energia primaria, consente di valorizzare maggiormente l’energia rinnovabile estratta dalle pompe di calore a gas.
Fonti:
casaclima.com
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